RISTAMPA PER I NOSTALGICI DELLO SWEDISH DEATH RISTAMPA PER I NOSTALGICI DELLO SWEDISH DEATH Hot

RISTAMPA PER I NOSTALGICI DELLO SWEDISH DEATH

recensioni

gruppo
titolo
“Plunge Into Oblivion”
etichetta
Punishment 18 Records
Anno

Line Up:

 

Mathias: batteria

David: basso, voce

Jimmy: chitarra, voce

Moses: chitarra

 

Tracklist:

 

1 When Hell Becomes Reality

2 Slave

3 Screw

4 The Silence

5 Life – See My Sorrow

6 Enemy

7 Eternal Love

8 Denial

9 Hypochrist

10 Plunge Into Oblivion

opinioni autore

 
RISTAMPA PER I NOSTALGICI DELLO SWEDISH DEATH 2013-04-26 07:07:12 Michele Alluigi
voto 
 
3.0
Opinione inserita da Michele Alluigi    26 Aprile, 2013
Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 2013
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Mettiamo subito le cose in chiaro: non stiamo parlando dei Vermin californiani ma dei più vecchi ed underground omonimi svedesi, che con il loro death metal mezzo grindcore molto seminale ed influenzato da Cannibal Corpse, Entombed, Napal Death ecc ecc diedero alla luce questo “Plunge Into Oblivion” nel lontano 1994.
Annata codesta nota ai più come l'anno della scomparsa di Kurt Cobain dei Nirvana e conseguente declino del grunge, ma non ci occupiamo di questo; parallela infatti al grande genere di mainstream nato a Seattle, la violenza estrema del metal continuava a farsi sentire in sordina, mettendo a ferro e fuoco con i live delle migliaia di bands svedesi e non i locali di ogni dove.
Nel 2013 la Punishment 18 decide di ristampare questo piccola chicca per collezionisti di metal estremo, mantenendone il contenuto fondamentalmente invariato. Non vi sono brani in più o in meno dell'originale, non vi sono estratti live o varianti significative, siamo quindi di fronte ad un caso di riproposizione diretta di un opera death metal che è stata riscoperta e riportata alla luce.
Il sound del disco è molto seminale e grezzo, con una produzione molto elementare e tipica del periodo, con le chitarre ed il basso in primo piano e la batteria che, non troppo ben microfonata, sembra essere fatta solo di rullante e piatti (la cassa e gli altri fusti vengono riconosciuti in automatico dal nostro orecchio, ma ciò non implica che si sentano bene).
Dobbiamo comunque riconoscere che, pur non essendo perfetto, questo lavoro è genuino e degno testimone di un'epoca dove il death metal stava vivendo i suoi migliori anni, con la scena svedese a farla da padrone e dei quali i Vermin, anche se di minor rilievo rispetto ai Grave ed altri grandi nomi, sono fieri esponenti. Consigliato ai nostalgici dello swedish death metal.

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