Siamo con Marco Pastorino, chitarra e voce dei Temperance, per una chiacchierata sul nuovo album “Viridian”. Eccovi il resoconto.
D.: Ciao Marco e grazie di essere qui con noi di allaroundmetal.com; si tratta della prima intervista sulla nostra testata per i Temperance e non poteva mancare dopo un disco spettacolare come “Viridian”. Vi rendete conto che avete realizzato un disco semplicemente perfetto?
R.: Grazie mille per le belle parole. Siamo molto contenti del risultato finali; dopo mesi e mesi di duro e lavoro, avere finalmente tra le nostre mani l'album, tra l'altro il primo in collaborazione con Napalm Records, è veramente un orgoglio.
D.: Partiamo dall’artwork, altrettanto spettacolare, chi l’ha realizzato e cosa rappresenta? Ha qualche legame con i testi del disco?
R.: Ci siamo affidati nuovamente ad un grandissimo artista francese, Yann Souetre. Yann è un fenomenale personaggio, che negli anni ha deciso di lavorare a pochi artwork, ti basta pensare che oltre a noi ha collaborato unicamente con Ayreon. E' stato molto bello il veder nascere questa copertina, perchè come al solito, gli abbiamo dato alcune info sul disco, i primi demo, i testi, le argomentazioni, per poterlo farlo entrare nel mood corretto ecc. Ci ha stupito dalla prima versione che ci ha mandato; un connubio perfetto tra la sua e la nostra visione, tra questo aspetto futuristico e “spaziale”, anche se il disco per alcune sfaccettature e canzoni non parla di un altro pianeta come fu Of Jupiter And Moons, ma parliamo proprio del nostro di pianeta.
D.: A proposito di testi, di cosa parlano? C’è un filo conduttore tra loro, una sorta di concept che li lega? E chi si occupa della loro stesura?
R.: Come ti dicevo, abbiamo voluto approfondire alcune argomentazioni riguardanti il nostro pianeta e riguardanti quello che sta succedendo negli ultimi anni ed è sulla bocca di tutti. Il cambiamento, e la consapevolezza che sta crescendo in molti di noi giorno dopo giorno con fatti veri e propri sotto mano. Troverai alcuni brani più “spirituali” come Nanook e Catch The Dream, ed altri che affrontano la cruda e mera realtà , come se stessimo provando di tirare fuori tutto con un grido d'aiuto, chiedendo a noi stessi se un giorno nel futuro, i nostri figli, i nostri nipoti si chiederanno il perchè potevamo fare qualcosa e non abbiamo fatto niente. Ti confermo che non è un comunque un concept album, anche se alcune canzoni hanno dei collegamenti a livello tematico. Ma prima o poi sarà sicuramente una cosa che ci piacerebbe sviluppare, un album intero che possa raccontare una storia dall'inizio alla fine senza prendere altre strade.
D.: Avete realizzato un video per la splendida “My demons can’t sleep”. Cosa ci racconti di quel castello scelto come location e delle riprese?
R.: E' stata un'esperienza bellissima potersi addentrare in un luogo che, anche essendo in Italia (Castello di Verres è in Valle D'Aosta) e non così distante, racconta un sacco di storie di altri tempi; puoi veramente sentire quel brivido e quella magia che ti sembra quasi riportare in un altro momento storico. Abbiamo avuto la fortuna di poter essere accompagnati in giro per tutto il castello e di ricevere un sacco d'informazioni a riguardo. Esperienza unica.
D.: Ci dobbiamo aspettare un nuovo video nel prossimo futuro? In caso positivo, puoi già svelarci qualcosa al riguardo?
R.: Giovedì 27 febbraio uscirà il nuovo video, Start Another Round e senza voler dare troppe info in anticipo, è un video che c'ha coinvolto totalmente, dalla scrittura del “copione” fino all'organizzazione. Per molti di noi è diventato il nostro video preferito di sempre, anche per l'energia che sprigiona.
D.: Dove avete registrato il disco? Trovo che il lavoro fatto sia semplicemente strepitoso, sei d’accordo?
R.: Abbiamo registrato in moltissimi studi diversi, a partire dalle chitarre registrate ad Alessandria, i bassi a Novara, tutte le voci al Groove Factory a Udine, le batterie in Danimarca agli Hansen Studio, da mr. Jacob Hansen che si è anche occupato di mix e master. E' stato un processo più lungo a livello di registrazioni perchè abbiamo aggiunto una quantità infinita di carte sul tavolo, quartetto d'archi, arpa, cornamusa, coro di bambini ecc. Ma tutto è stato ampiamente ripagato quando abbiamo ricevuto il master finale.
D.: Da dove viene fuori un pezzo come “Catch the dream” in chiusura del disco? E’ così diverso da vostro stile.....
R.: Catch The Dream è il classico pezzo che è venuto fuori dal nulla. Ci siamo trovati io e Michele una settimana in una baita in montagna, nella pace più assoluta, per lavorare agli arrangiamenti sui brani che entrambi avevamo scritto e per poter scegliere quelli che sarebbero stati inseriti in Viridian. Ad un certo punto mentre lavoravamo ad un brano senza arrivare ad una degna conclusione, abbiano iniziato ad inserire una specie di “mantra” gospel per colmare un “vuoto” che sentivamo all'interno del brano stesso. Siamo rimasti così colpiti da questa parte , che l'abbiamo estrapolata ed è diventata l'epilogo dell'album, un canto collettivo d'amore e di positività.
D.: In “Nanook” c’è quel coro di voci bianche... cosa ci racconti al riguardo?
R.: Già dalla pre-produzione avevamo in mente di utilizzare un coro di bambini per quella determinata parte. Avevamo già precedentemente lavorato con un coro di voci bianche, per quel che concerne Oblivion su Limitless ed abbiamo colto l'occasione di farlo nuovamente; Nanook aveva bisogno di quel break centrale soave ed angelico prima di scatenare nuovamente quel riff di chitarra che potesse spezzare il ritmo e riportarci ai lidi metal.
D.: Ho trovato la coesione tra le vostre tre voci ormai arrivata ad un livello semplicemente perfetto. Come riuscite a decidere chi canta cosa e quando farlo assieme?
R.: Ci siamo divertiti moltissimo al Groove Factory a registrare le voci tutti noi tre insieme. Sono stati dei giorni di risate, follia e d'ispirazione senza fine. Abbiamo cambiato molte cose, alcune parti sono passate ad un altro di noi ecc. Ma ci sentivamo totalmente liberi di poter lavorare in santa pace, senza pressione alcuna, solo per far si che ogni brano potesse elevarsi grazie alle capacità di ognuno di noi. Dopo così tante date e tour insieme, ci conosciamo al 100% e sappiamo benissimo quando c'è bisogno della voce di Alessia, di Mic o la mia.
D.: Essendo la nostra prima intervista, ti va di svelarci come nasce un brano dei Temperance? E’ un lavoro di squadra, oppure si occupa di tutto qualcuno di voi?
R.: Solitamente a livello musicale, viene tutto composto da me, dalla struttura, alle linee vocali, arrangiamenti ecc. Al tempo stesso però in Viridian, Michele ha scritto due brani totalmente di suo pugno. Il lavoro collettivo arriva quando ci ritroviamo, come prassi ormai per i nostri dischi, rinchiusi in sala-prove noi 5 per 10-15 ore al giorno – per una serie di giorni – per affinare ogni piccola cosa, ogni singolo groove o mood di ogni brano.
D.: Ti va di fare un passo indietro di qualche anno? Quanto è stato decisivo l’ingresso in formazione di Alessia e Michele per il cambiamento del vostro stile e per arrivare a questa splendida coesione che esiste oggi?
R.: Credo che la loro entrata abbia portato una nuova energia all'interno della band, come anche l'ingresso di Alfonso portò l'anno precedentemente. Ora siamo una famiglia, pronta ad aiutarsi in ogni momento. Ed abbiamo definitivamente trovato la nostra dimensione, un equilibrio che ci rende sereni e felicissimi di far parte di questa famiglia chiamata Temperance.
D.: Ho notato che avete in programma pochissime date live quest’anno, come mai?
R.: Abbiamo fatto 4 release party tra Italia, Austria e Repubblica Ceca per festeggiare l'uscita di Viridian. Ed ora partiremo per un doppio tour europeo insieme a Tarja Turunen che ci vedrà suonare praticamente in tutta Europa tra marzo ed aprile. Poi ci aspetteranno alcuni festival estivi, ma allo stesso tempo stiamo già lavorando su nuovi tour per l'autunno ed il 2021.
D.: Ognuno di voi è coinvolto in altri progetti. Michele, ad esempio, con i Kaledon ed i Vision of Atlantis, ma anche tu, Luca ed Alessio... come fate a dividervi tra tanti impegni e quale importanza hanno i Temperance per ognuno di voi?
R.: Penso che ormai tutto è talmente pianificato con così largo anticipo che diventa anche facile gestire il tutto. I Temperance naturalmente sono una priorità che non può fermarsi e siamo sempre pronti a fare in modo di essere organizzati totalmente tra di noi.
D.: Credo di essermi dilungato anche troppo. Ti ringrazio per la tua disponibilità e concludo, come consuetudine, lasciando uno spazio a tua disposizione per aggiungere un tuo messaggio ai fans dei Temperance ed ai lettori di allaroundmetal.com
R.: Grazie mille per le belle parole, è sempre un piacere avere a che fare con persone che possano essere interessate alla nostra musica, ma anche all'arte in generale. Ci vediamo in tour!