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01 Ott

Alex Mele ed il suo primo disco solista “Alien Doppelgänger” con un concept fantascientifico In evidenza

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Abbiamo incontrato Alex Mele, chitarrista romano dei Kaledon, per parlarci del suo debut album da solista “Alien Doppelgänger”, da poco in commercio per Underground Symphony Records.

 

AAM: Ciao Alex! Eccoci qui per parlare del tuo disco solista, ma con i Kaledon adesso come facciamo?

AM: Ciao Ninni, è sempre un piacere parlare con te! I Kaledon sono stati in letargo per un pochino di tempo per una lunga serie di motivi. Ma posso dirti che stiamo lavorando ad un nuovo album che, verosimilmente vedrà la luce nel 2021.

 

AAM: Come è nata l’idea di fare un disco solista tutto tuo?

AM: L’idea del mio disco è nata nel 2013, ed infatti è da allora che scrivo e lavoro a questo album. E’ stato un processo molto lungo, perché ci ho lavorato solo nei ritagli di tempo.

 

AAM: Suonano con te sul disco altri tre tuoi “compagni d’avventura” nei Kaledon ed Alessia Melany Scolletti; come mai hai deciso di optare per una voce femminile e come sei arrivato a contattare proprio lei?

AM: Allora, riguardo i miei compagni dei Kaledon beh, posso dirti che quando ho scelto Enrico Sandri per il mio album solista, non faceva ancora parte dei Kaledon! Lui è entrato in pianta stabile nel 2017. Riguardo Paolo e Manuele beh… perché cercare altrove quando avevo già due mostri “a disposizione”? :-) Riguardo Alessia beh, è stata una piacevolissima scoperta. Lei è la compagna di Michele (cantante dei Kaledon), e appena ho sentito qualcosa di suo beh… è stato un fulmine a ciel sereno! Doveva per forza essere lei la voce sul mio album! ehehehheh

 

AAM: In diversi passaggi ho notato come la sua voce ricordi un po’ quella della grande Elisa C. Martìn, soprattutto nelle note più basse, sei d’accordo con me?

AM: Oddio, non per essere di parte ma preferisco 100 volte di più Alessia! Elisa è bravissima ma è più adatta a fare altro. Ho adorato il suo periodo nei Dark Moor, ma Alessia per me è attualmente il top che potevo trovare.

 

AAM: Ho trovato il sound abbastanza simile alla tua band principale, anche se lo trovo un po’ più duro e maggiormente incentrato sulla tua chitarra; quali differenze (cantato a parte) hai voluto inserire per non essere troppo simile al Kaledon-sound?

AM: Allora, in realtà ci sono molti brani più hard rock, e con parti elettroniche che, non avrei mai potuto presentare ai Kaledon poi vabbeh, ci sta che ci sia qualche assonanza, in quanto nei Kaledon compongo almeno il 70% di un album. Ovviamente, essendo il disco di un chitarrista, è tutto incentrato sulla chitarra, che però come avrai notato non sfocia mai in spettacoli pirotecnici e/o virtuosismi gratuiti… primo perché non ne sarei capace, ma forse ancora più importante, è perché non mi sono mi piaciuti.

 

AAM: Parlaci del concept fantascientifico che c’è dietro ad “Alien Doppelgänger”, intanto che significa questo titolo?

AM: Il doppelgänger è un doppio di te, una tua copia, come se fosse un clone ma di solito dal carattere opposto! Diciamo che c’è la versione buona e la versione cattiva di te ok?! In questo caso gli alieni, arrivati sulla terra in epoca preistorica, si sono infiltrati nel nostro mondo “copiando” i primi uomini che hanno trovato, il che significa che gli alieni sono sempre stati tra noi, ma hanno assunto sembianze umane grazie alla clonazione. Per fartela breve c’è Alex umano che tu conosci e Alex clone alieno cattivo e spietato. In ogni ramo della società c’è un alien doppelgänger.

 

AAM: Chi ha realizzato l’artwork e quale legame ha con il concept?

AM: L’artwork è opera di Massimo D’Onofrio e nella copertina vediamo l’arrivo della prima astronave in una terra preistorica.

 

AAM: Sei passato da concept fantasy ad uno sci-fi; pensi di usare anche nei Kaledon un concept fantascientifico?

AM: No! I Kaledon sono stati, sono e saranno sempre Fantasy Cavalleresco. Anche se un giorno uscissimo dal concept padre, rimarremmo sempre in quel tema.

 

AAM: Hai in progetto di fare qualche data live per promuovere il disco?

AM: Di base no! Questo è un progetto nato come studio project. Poi per carità, mai dire mai nella vita.

 

AAM: Cosa ci racconti delle fasi di registrazione? Dove hai realizzato questo lavoro e con l’ausilio di chi?

AM: Allora questo album è stato realizzato completamente in casa. Ognuno ha registrato le sue parti in autonomia, e poi è stato mixato da Paolo Campitelli nei suoi Warlord Studios.

 

AAM: L’album è uscito per Underground Symphony Records, label con cui non hai mai realizzato nessuno dei dischi dei Kaledon in passato; come sei entrato in contatto con l’etichetta di Maurizio Chiarello?

AM: Conosco Maurizio ormai da tantissimo tempo e, anche se non abbiamo mai collaborato in passato, c’è sempre stata stima reciproca tra noi, quindi mi è sembrato giusto proporgli questo mio debutto solista. Ci siamo accordati molto facilmente su tutto.

 

AAM: So che anche qualche altro membro dei Kaledon ha in mente di fare un disco solista; puoi anticiparci qualcosa al riguardo?

AM: Lo so anche io ahahahahh, ma per rispetto non ne parlo! Non sono autorizzato a farlo… :-)

 

AAM: Credo di essermi dilungato abbastanza, ti ringrazio per la disponibilità e concludo, come consuetudine, lasciandoti uno spazio a disposizione per un tuo messaggio finale ai tuoi fans ed ai lettori di allaroundmetal.com.

AM: Ti ringrazio molto. Spero che chi segue i Kaledon possa apprezzare questo mio lavoro solista perché, seppur simile, è profondamente diverso da quanto proposto da me fino ad oggi. E’ stato un lavoro che mi ha occupato per quasi 7 anni, e quindi spero che sia gradito ai più. Spero comunque di vedervi molto presto in giro…

Ciao

Alex

Ultima modifica il Giovedì, 01 Ottobre 2020 10:07
Ninni Cangiano

Keep the faith alive!!

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