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27 Dic

Faccia a faccia con le chitarre dei Saxon! In evidenza

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Da live reporter ho incontrato un bel po' di artisti di buon livello, passando dal metal classico a quello estremo, ma mai mi era capitato di incontrare due vere leggende come Paul Quinn e Doug Scarrat così da vicino: le leggendarie asce dei Saxon. Grazie a Eagle Booking e KezzMe! ho avuto la possibilità di avere con loro una breve intervista durante la loro tappa al Live di Trezzo sull'Adda. Buona lettura!

D: Ciao Paul, ciao Doug, benvenuti sulla nostra webzine, è un piacere avervi qui! Come sta andando il tour di supporto a Battering Ram? A parte queste due date italiane siete accompagnati dalle Girlschool: si tratta di un tributo a Lemmy?
Paul: Certo, siccome eravamo tutti amici abbiamo deciso di fare insieme questo tour.
Doug: Ho perso il conto di quanti concerti abbiamo fatto da quando il disco è uscito... E siamo già al lavoro su nuovo materiale!

D: A tal proposito: come procedono i lavori? Ho letto che dovrebbe uscire in estate 2017.
Doug: Abbastanza bene, siamo molto avanti con i lavori!
Paul: Anche se in realtà non abbiamo ancora registrato nulla...

D: Lavorerete ancora con Andy Sneap?
Paul: Assolutamente, ormai è come se fosse il sesto membro dei Saxon... Senza contare che è sia produttore che musicista, quindi capisce bene quelli che possono essere i problemi legati alla scrittura di un riff. A volte ci ha persino dato delle dritte sulla batteria!

D: Proprio a proposito di come componete: dopo tutti questi anni di carriera come fate a far saltare fuori sempre riff graffianti ed efficaci?
Paul: In realtà prendo la chitarra e suono! Con tutti gli errori e le stonature del caso. A volte c'è del materiale che tiro fuori che potremmo definire... Neoclassico? *ridono*

D: So che nel nuovo disco ci sarà una canzone su Lemmy. Considerato come è stata questa annata per la nostra musica: come vi sentite?
Paul: Ti dirò, personalmente mi sento abbastanza sereno. Ogni morte è parte della vita, anche se come ben sappiamo Lemmy era amato da molti, non solo da noi cinque.
Doug: Anche se molti dei nostri idoli se ne sono andati, e mi vengono in mente in particolare David Bowie e Chris Squire, andiamo avanti suonando la musica che noi tutti amiamo. Forse è questo che tiene in vita la leggenda!

D: Cosa ne pensate dell'attuale crisi che la nostra musica sta vivendo? E di questo revival un po' blues di questi ultimi anni?
Paul: Sinceramente sono contento che queste sonorità stiano tornando di moda! *risate*
Doug: Penso che ogni genere musicale abbia una specie di ciclo vitale... Alla fine qualcos'altro esce dalle ceneri di quel che è stato prima. Molta della musica che conosciamo è nata copiando qualcos'altro, e questa non è necessariamente una brutta cosa. Penso che più che un morire... È un rinascere, uno spogliarsi di qualcosa che c'era prima per riavere qualcosa di nuovo. Non è necessariamente una copia e una cosa certa è che il rock e il metal non sono mai morti, hanno solo avuto degli alti e dei bassi.

D: Quindi come vi ponete di fronte a quelle band di giovani che cercano a tutti i costi di imitare la produzione anni 80'? Non è un po' strana come cosa?
Paul: In realtà penso che sia una bella cosa provare ad avere una produzione un po' più "lo-fi". Non penso che ci sia nulla di sbagliato: alla fine ciò che conta, che la tua produzione sia in un modo o nell'altro, l'importante è che tu scriva una bella canzone. Se scrivi una bella canzone questa vince sempre. Pensiamo anche a gente tipo i Pink Floyd o gli Wishbone Ash: anche i loro primi dischi non avevano una produzione eccelsa, per essere gli anni 70', la loro musica è diventata immortale. Io, che ascolto molto prog, sono per esempio un fan dei Flower Kings, che hanno una superproduzione, ma scrivono sempre le canzoni giuste!
Doug: Vero, per esempio mi viene in mente che il primo album che mio foglio ebbe quando aveva 14 anni fu The Dark Side of the Moon. Nonostante la batteria avesse uno strano effetto, nonostante potessero esserci tutti gli errori del caso, sono dischi che hanno fatto la storia. E non importano le influenze e nemmeno quanto il suono sia curato all'interno di quei dischi. Io stesso, ultimamente, ho ricominciato ad ascoltare dei vecchi vinili degli anni 70' che avevo a casa e... Wow! Li ho trovati ancora perfetti sotto molti punti di vista.
Paul: Anche se la batteria ha quel sono ovattato e strano!

D: Ho visto i Saxon dal vivo parecchie volte e con molto piacere noto che vi piace suonare spesso Battalions of Steel, che è uno dei miei vostri pezzi preferiti nonostante arrivi da un album recente (Into the Labyrinth del 2009 nda). Come mai la suonate così spesso?
Paul: L'ultima volta che l'abbiamo suonata sono stato io stesso a chiedere agli altri di metterla! Io e Biff l'abbiamo scritta ricordandoci di una volta in cui eravamo in Francia a visitare le cattedrali: il suono delle campane era talmente assordante da coprire qualsiasi cosa. È lì che ho conosciuto la mia fidanzata di allora, per questo mi piace così tanto! *ridiamo*

D: Ok, siamo in chiusura e vi lascio con un ultima domanda: pensate ancora che il rock e il metal possano essere musiche di ribellione contro una società opprimente?
Paul: Penso che questi tipi di musica siano una sorta di evasione dalla realtà per le persone. Anzi, qualunque tipo di musica è ribellione ed evasione per chi la ascolta.
Doug: Tutto sommato non credo più che in realtà l'heavy metal rappresenti ancora quello che era una volta... Non saprei, sono successe tante cose. Credo che, alla fine, questa sia una domanda a cui dovrebbero rispondere dei fan, più che dei musicisti!
D: Grazie, vi ringrazio per il vostro tempo e... Ci vediamo durante il concerto!

Potete leggere qui il live report della serata.

Dario Onofrio

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