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27 Ago

Frantic Fest 2019, Day 3 - 17/08/2019 In evidenza

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Sabato 17 agosto va in scena l'ultimo atto dell'edizione 2019 del Frantic Fest. Ennesima giornata calda estiva - ma come i precedenti col calre della sera si sta semplicemente da dio -, che vede protagonista soprattutto il Death Metal con Aborted, Phlebotomized, Spasm, andando a toccare però altri generi come l'Hardcore dei Discharge, chiamati a chiudere questa terza edizione, il Post-Hardcore dei Viscera///, il Thrash dei Game Over, il Black/Sludge dei Sedna, fino ad arrivare alla Synthwave dei Confrontational.

Solito giro di chiacchiere, cibo, bevande alcoliche o meno e in un baleno si fanno le 17:30. Il terzo giorno del Frantic Fest ha inizio.

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Disclaimer "fotografico": a causa di problemi tecnici (scheda di memoria non funzionante e non ne ho trovata un'altra da comprare) non ci sarà per quest'edizione un album fotografico della manifestazione. Ma sulla pagina del Frantic Fest potete trovare le magnifiche immagini di Benedetta Gaiani - The Hurricane Photography e Daniele Di Egidio.

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SEDNA
Tocca alla band cesenate dare il kick off alla giornata, con l'anteprima integrale ed esclusiva di quello che sarà il loro terzo album e debutto su Spikerot Records, "The Man Behind the Sun". Sludge pesante ed altamente atmosferico, meravigliosi passaggi Post-Black, passando per efficaci rallentamenti che sfociano nel Drone... la proposta dei Sedna - che per inciso hanno debuttato sul palco del Frantic con la nuova line up - è stata senza la minima pecca, con la band romagnola che è riuscita ad ammaliare il pubblico già presente in discreto numero. A onor del vero, se si fossero potuti esibire di sera, sarebbe stato probabilmente meglio, specie per via delle atmosfere cupe di cui i nostri sono capaci.

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GAME OVER
Veloce passaggio dallo Small al Main Stage e si passa anche dalla cupa pesantezza dei Sedna alla scarica d'adrenalina scaturita dallo show degli emiliani Game Over. Quattro dischi all'attivo e un'esperienza che fa di loro tra le massime espressioni del Thrash nostrano, a mio avviso. Col loro sound a cavallo tra Exodus, Anthrax e Havok, i quattro ragazzi ferraresi hanno letteralmente preso d'assalto il palco del Frantic, scatenando sin da subito il primo vero pogo della giornata. Diretti, sfrontati, con un'ottima connessione con il pubblico, tra i gruppi chiamati in apertura delle tre giornate i Game Over sono stati, senza nulla togliere a nessuno, probabilmente quelli che hanno offerto lo spettacolo migliore. Well done!

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VISCERA///
Si cambia di nuovo palco e si cambiano nuovamente i toni con l'arrivo on stage dei cremonesi Viscera///, band che ho seguito in ogni sua evoluzione dagli esordi Goregrind fino allo psichedelico Post-Hardcore di oggi. Gran spazio è stato dato, durante i loro 45 minuti di esibizione, agli ultimi due lavori, "3 | Release Yourself Through Desperate Rituals" ed il grandioso EP "City of Dope and Violence". Personalmente ho particolarmente apprezzato il loro concerto, vuoi anche perché li considero al momento il top della scena "Post" (che sia Metal o Hardcore) italiana, così come sembra aver gradito il pubblico, nonostante l'essersi ritrovati dopo l'adrenalinica esibizione dei Game Over. Band assolutamente da rivedere, magari in un club.

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PHLEBOTOMIZED
Primo nome internazionale di giornata è quello degli olandesi Phlebotomized, band attivissima nella prima metà degli anni '90 e riscesa in campo nel 2013, sedici anni dopo lo scioglimento del 1997. Chi si aspettava il classico Death/Doom di scuola olandese (quello di Asphyx o Hail of Bullets per intenderci), si sarà ritrovato spiazzato dalle sonorità più avanguardistiche del sestetto di Rozenburg, il cui stile è più riconducibile al Progressive/Melodic degli Edge of Sanity e all'Avant-garde Death di Disharmonic Orchestra ed Alchemist. La band guidata dal chitarrista e fondatore Tom Palms è riuscita ad offrire una prestazione più che buona a mio avviso, con un Ben de Graaff che, oltre ad essere alquanto somigliante al nostro Cristiano Borchi, mostra di essere un frontman estremamente smaliziato e dotato di un ottimo growl. Alla fine del loro concerto, sensazione di molti, sottoscritto incluso, è che con qualche tastiera in meno il tutto sarebbe potuto essere più coinvolgente. Ma nonostante questo, anche i Phlebotomized sono più che ampiamente promossi.

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SPASM
Sono quasi le 21:00 e l'aria sotto lo Small Stage comincia a farsi febbrile; c'è chi già sa cosa dovrà aspettarsi e chi no, ma è stato incuriosito dai primi. Alle 21 in punto Radim indossa il suo abito da sera e ha inizio quello che è in assoluto il momento più divertente di questi tre giorni: sul palco arrivano i goregrinders cechi Spasm.
Sul piano musicale si può dire ben poco degli Spasm: niente chitarra, basso distorto all'ennesima potenza e via di Grindcore becero, minimalista e ipercasinista. Ciò che ha divertito tutti in questi 40 minuti è stato soprattutto il contorno: dalla tenuta da gala di Radim allo scherzare continuamente col pubblico, dimostrando che qualcosa d'italiano l'ha imparato bene e non certo dalla Divina Commedia (un esempio pratico lo potete vedere qui). Ok, magari è meglio non ripetere in questa sede le cose dette dal simpaticissimo e panzuto frontman, quindi riconcentrandoci sullo spettacolo: lanci di rotoli di carta igienica, moshpit e crowd surfing sfrenato - anche da parte di un ragazzo col costume da... Pedobear credo? -, una sferzata di Pornogrind di qualità infima (e in questo caso è un complimento)... Per quaranta minuti è sembrato quasi di essere all'Obscene Extreme. E vi posso garantire che era da tanto che non mi divertivo così tanto!

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ABORTED
Il tempo di rispostarsi sotto al Main Stage e ritroviamo il palco inondato di luci rosse. E con la partenza dell'intro ha inizio il motivo principale per cui ho scelto di andare al Frantic Fest quest'anno: sul palco salgono gli Aborted! È una doppietta dall'ultimo "TerrorVision" - la title-track e "Deep Red" - a dare il via all'infernale concerto della leggendaria Death Metal band belga, con il colossale Sven de Caluwé che si prende la scena nel momento stesso in cui mette piede sul palco, coadiuvato, va detto, da altri quattro musicisti mostruosi. Tra passato e presente, con giusto nel mezzo il momento che più attendevo con la fantastica "Vespertine Decay", gli Aborted si mostrano semplicemente per quello che sono: una macchina da guerra perfettamente oliata, un mostro guidato dal proprio mastodontico cantante che annichilisce il folto pubblico presente a colpi di blast beats forsennati e pesanti rallentamenti. E paradossalmente quasi, è proprio in questi ultimi momenti, con il frontman, le due asce ed il bassista Stefano Franceschini, che si muovono all'unisono, che s'intuisce la portata on stage della band belga. Erano loro che principalmente aspettavo e non sono rimasto per niente deluso. A mani basse, il miglior concerto del Frantic Fest 2019.

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CONFRONTATIONAL
Abbiamo più volte scritto di come il Frantic Fest sia, per gli standard italiani almeno, un festival anticonvenzionale. L'ultimo 'colpo' a sorpresa da parte dell'organizzazione è stato quello di piazzare a chiudere lo Small Stage per quest'edizione, tra Aborted e Discharge, i Confrontational, trio Synthwave il cui obiettivo è di riportare in auge quel sound tanto in voga negli anni '80. Ed anche per via di un'azzeccatissima scelta dei suoni, grazie ai Confrontational ci ritroviamo catapultati a 30 anni fa in un attimo, tanto che a tratti sembra di star sentendo la riproposizione live delle colonne sonore dei classici della commedia italiana di quegli anni (e sia chiaro che non è un offesa, anzi!). Magari un unico appunto che si può fare: la cover di "Boys Boys Boys" della Sabrinona Salerno - che immagino farà parte della prossima release "Under Cover of Darkness" -, non mi è sembrata del tutto riuscitissima. Parere personale, ovvio: dalla reazione che si poteva vedere comunque, il pubblico ha gradito non poco il live dei Confrontational.

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DISCHARGE
È la band più "anziana" tra quelle presenti, essendo attivi - con un paio di pause nel mezzo - dal 1977, a chiudere la terza edizione del Frantic Fest; tra i padrini del NYHC pur provenendo dalla Terra d'Albione; coloro che hanno letteralmente inventato il D-Beat; in una parola: Discharge. C'era magari da aspettarsi una platea stanca, provata soprattutto dal carrarmato Aborted, ma gli organizzatori del Frantic tra le tante cose possono essere orgogliosi anche del loro pubblico: come per i Napalm Death, gli Agnostic Front, gli stessi Aborted, il pubblico ha risposto da subito presente con moshpit, crowd surfing e il casino immane che ci si poteva aspettare mentre i cinque inglesi sciorinavano il loro set-list tra un classico e l'altro, con una potenza ed un'attitudine da fare invidia anche a musicisti ben più giovani. Ancora una volta, insomma, a dare gran soddisfazione è una band che ha tutta l'esperienza di anni ed anni sulle proprie spalle: non poteva essere meno, in effetti.

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Con le ultime note dei Discharge si chiudono i concerti, ma, ovviamente, non si chiude ancora del tutto il Frantic Fest: come nei giorni precedenti seguirà il classico dj-set e gli stand di cibarie e alcolici sono ancora presi d'assalto. Questo è, a mio avviso, uno dei punti di forza del festival abruzzese, insieme ad una location più che adatta come il Tikitaka Village. Ma le considerazioni finali non si devono fermare qui: va dato assolutamente merito agli organizzatori di aver creato una manifestazione estremamente eterogenea, in cui ogni gusto è accontentato. Un bill in cui magari non si troverà il nome enorme, ma in cui possiamo trovare comunque nomi grossi e storici, appaiati alle migliori realtà della scena underground non solo italiana. Il Frantic Fest è un festival dall'animo underground, una vera e propria festa per metallari - e non solo - in cui è facile ritrovare lo spirito di manifestazioni che, ormai, vediamo solo all'estero. Ma è soprattutto un festival open air dove si respira, come mi è capitato di leggere da qualche parte e ne convengo al 100%, un'aria da club: è qui che sta il vero 'tocco magico' di questo festival.

Al terzo anno, è stata questa per me la prima volta al Frantic Fest e, come vi potrebbero testimoniare gli amici a cui ho felicemente rotto il cazzo per giorni, me ne sono letteralmente innamorato. Sarà pure stata la prima volta, ma di certo non sarà l'ultima. L'anno prossimo Allaroundmetal ci sarà di nuovo. Io ci sarò di nuovo (sì, ma m'attrezzerò meglio, promesso!). E voi, ci sarete?

 

Leggi il report del primo giorno

Leggi il report del secondo giorno

Ultima modifica il Martedì, 27 Agosto 2019 19:56
Daniele Ogre

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