Dopo un mese di novembre all'insegna della pioggia, arriva un giorno di tregua con l'entrare del nuovo mese... ed il 1° dicembre è anche il giorno della data romana nel tour europeo di Insomnium, The Black Dahla Murder e Stam1na. E' quindi con buonissimo animo che ci si muove dalle lande partenopee in direzione Largo Venue di Roma... ma tanto per cambiare la fortuna sarà cieca, ma la sfiga ci vede benissimo: agevoliamo una diapositiva.
Cambio di pneumatico, cambio di auto (che col ruotino a 80 km/h saremmo arrivati a Roma nel duemilacredici) e finalmente si va. E tutto questo preambolo di sfiga per dire che tra la perdita di tempo in partenza ed il traffico ai caselli, abbiamo perso del tutto lo show degli Stam1na, la band finlandese chiamata ad aprire le date del tour. Fortunatamente però arriviamo giusto cinque minuti prima dell'inizio della performance dei The Black Dahlia Murder, per cui dopo i saluti di rito agli amici capitolini ed aver beccato gentaglia napoletana presente in loco, si va sotto palco per il live della band americana.
THE BLACK DAHLIA MURDER
E' un indemoniato Trevor Strnad il maestro di cerimonie di questa parte di spettacolo. Il carismatico cantante statunitense ha dimostrato una volta in più - come se ce ne fosse bisogno - di essere uno dei più carismatici frontmen in circolazione, guidando la sua macchina ben oliata attraverso un setlist di tutto rispetto, partito a razzo con "Widowmaker", uno dei singoli del loro ultimo lavoro, "Nightbringers". Ovviamente, buona parte del set ha visto protagonista proprio l'ultima fatica dei TBDM, con pezzi che hanno avuto presa sicura sul pubblico accorso al Largo Venue nella fredda sera dicembrina: "Jars", "Matriarch", "Kings of the Nightworld", "As Good as Dead"... senza dimenticare quella "Nightbringers" che è il perfetto connubio tra il solito Melodic Death tecnico dell'act di Detroit ed una pesante matrice Groove; anche dopo averlo ascoltato dal vivo non ho potuto non pensare che con questo pezzo Strnad e soci sembra vogliano dire ai Decapitated: "Ecco, è così che si suona Groove/Death".
Il resto del setlist del quintetto statunitense ha invece preso a piene mani dal passato della band, con grandi classici come "Contagion" (dal debutto "Unhallowed") e "Miasma" (brano che dà il titolo all'album datato 2005), passando per "What a Horrible Night to Have a Curse", "Everything Went Black" e "Deathmask Divine", quello che per chi vi scrive è IL pezzo dei TBDM e che ha chiuso uno spettacolo fatto di tecnica furiosa e carisma allo stato puro (e con un Alan Cassidy dietro le pelli semplicemente mostruoso).
Setlist:
1. Widowmaker
2. Jars
3. Contagion
4. Miasma
5. Matriarch
6. Warborn
7. What a Horriboe Night to Have a Curse
8. Nightbringers
9. As Good as Dead
10. On Stirring Seas of Salted Blood
11. Kings of the Nightworld
12. Everything Went Black
13. Deathmask Divine
INSOMNIUM
Dopo un'attesa di una mezz'oretta per il cambio palco, lo stage si colora di luci blu mentre salgono sul palco gli headliner della serata e del tour: da Joensuu, Finlandia, gli attuali signori del Melodic Death mondiale, gli Insomnium. In tour con una formazione a quattro che vede alle chitarre Markus Vanhala e l'ultimo acquisto Jani Liimatainen - che si occuperà alla grande anche delle voci pulite al posto dell'assente Ville Friman -, la band finalndese comincia il proprio set con il primo dei capolavori che formano il bellissimo "Heart Like a Grave", album che giustamente è il maggior protagonista nell'ora di spettacolo dei Nostri, "Valediction".
Gli Insomnium sembrano da subito in forma smagliante, sciorinando una prestazione altamente sugli scudi per l'intera durata dello show; Niilo Sevänen è vocalmente impeccabile, oltre che un entertainer di prim'ordine (dalle sue espressioni e dal modo in cui ha interagito con il pubblico si notava quanto amasse il pubblico italiano), ma ciò che più ha colpito me come altri nel pubblico è stata la prestazione di Jani Liimatainen: entrato in formazione ufficialmente solo quest'anno, l'ex-Sonata Arctica sembra invece essere negli Insomnium da sempre, tale è l'affiatamento con i suoi nuovi compagni. Inutile dire che offre una prova alla chitarra in tandem con Markus Vanhala assolutamente da grido, che culmina in una versione acustica di "One for Sorrow" verso la fine dello show, preceduta da un momento esilarante (tranne che per il protagonista... vero Marco?), senza contare che le sue clean vocals mi sono sembrate molto più on focus rispetto al non sempre perfetto (on stage) Friman.
Tornando al setlist proposto dagli Insomnium, la prima parte dello show vede protagonista, come ovvio, "Heart Like a Grave": già detto dell'apertura con "Valediction", seguita come nell'album da "Neverlast", i Nostri danno spazio per buona parte ai bellissimi brani che compongono il loro ultimo capolavoro come "Pale Morning Star", "Mute is My Sorrow", "And Bells They Toll" - cosa non è questo pezzo dal vivo? -, intervallandoli con canzoni del passato che hanno non poco fomentato il pubblico; tra tutte mi sento di menzionare "Ephemeral", da quello che è uno dei migliori album Melodic Death di sempre, "Shadows of the Dying Sun", cui segue l'altrettanto spettacolare "In the Groves of Death", che chiude la prima parte di spettacolo.
Passano pochi secondi quando dalle casse esce il suono di uno stormo in volo e tutti già capiscono cosa sta per arrivare. Risale sul palco Markus Hirvonen e parte l'inconfondibile incipit di batteria di "The Primeval Dark", che porta al momento senza dubbio più atteso dell'intera serata: "While We Sleep" è emozionante on stage come lo è su disco, con Niilo che, mentre suona e canta, guarda di sottecchi compiaciuto il pubblico, e con un Liimatainen alla voce pulita semplicemente meraviglioso. Dopo questo momento altamente emozionale, mentre Niilo intrattiene di nuovo il pubblico, Markus e Jani vanno a prendere le chitarre acustiche ed i cappelli da cowboy, per tornare ed eseguire - preceduto da un "Silenzio!" à la professore Birkenmaier da parte di Liimatainen - una splendida (e come sbagliarsi?) "One for Sorrow" acustica, prima di chiudere il live con la title-track dell'ultimo lavoro, "Heart Like a Grave".
Setlist:
1. Valediction
2. Neverlast
3. Into the Woods
4. Through the Shadows
5. Pale Morning Star
6. Change of Heart
7. And Bells They Toll
8. Mute Is My Sorrow
9. Ephemeral
10. In the Groves of Death
Encore:
11. The Primeval Dark
12. While We Sleep
13. One for Sorrow (acoustic)
14. Heart Like a Grave
Considerazioni finali:
Una giornata cominciata con uno pneumatico bucato e una serie di bestemmie in una lingua inventata sul momento (un misto tra Sindarin e Klingon), è terminata invece con uno dei live migliori ai quali abbia mai assistito. Dispiace aver perso gli Stam1na per i problemi ora noti - a cui aggiungiamo l'aver dimenticato la macchina fotografica nel cofano della mia macchina, tanto ero preso dal nervoso -, ma l'aver visto dal vivo i The Black Dahlia Murder con le loro sfuriate melodiche e, soprattutto, la magnificenza degli Insomnium, fa passare tutto in secondo piano. Sorprende ogni volta, ora posso dire su disco come dal vivo, come una band che viene dal freddo sappia scaldare così i cuori. Senza contare la grande simpatia dei finnici, soprattutto di un Jani Liimatainen disponibilissimo dopo il concerto ("You're speaking Finnish, too? What the fuck is wrong with you, guys?" (cit.)).