Il 2 settembre 2023 è stata una giornata “intensa”, dopo essere stato a Padova per la presentazione del nuovo album dei Great Master, mi sono spostato nelle Marche, a Gradara (PU), per assistere alla seconda edizione del Metal Fortress, all’interno del famoso castello del paese. La location è semplicemente fantastica, con il palco piazzato a ridosso delle mura all’interno del parco del castello, come era successo per la prima edizione. Il paese medievale ci accoglie con i suoi vicoletti ed i suoi localini, dove già si sente da lontano la musica del festival. Avendo avuto il precedente impegno, non sono riuscito ad arrivare puntuale per l’inizio dei concerti; erano le 20.30 circa quando ho varcato le porte del castello, conscio di essermi perso purtroppo l’esibizione degli Stranger Vision (ero molto curioso di sentirli dal vivo, dato che i loro dischi avevano avuto ottime recensioni). Speravo di essere in tempo per i Rosae Crucis, ma sono arrivato che i Levania avevano iniziato da poco, dato che il concerto era iniziato con quasi un’ora di ritardo che fatalmente farà accorciare le scalette un po’ di tutti quanti. La band ferrarese, fresca di nuovo album con “Fukushima” uscito da pochi mesi, ha un gothic molto particolare, connotato dalla voce acuta della cantante Taby, a cui fanno da opposto le vocals estreme di Still; non ho mai amato particolarmente questo dualismo che spesso e volentieri si riscontra nel gothic e l’harsh del singer italiano è di quelli davvero tosti. Ho così preferito, mi perdoni la band, gironzolare per l’area, mangiare qualcosa e bere una birra fresca (i prezzi fortunatamente non erano esagerati), ascoltando con poca attenzione la musica dei Levania, non perché non fosse ben fatta, ma semplicemente perché non è il genere che riesco ad apprezzare; c’è comunque da evidenziare una buona presenza scenica, soprattutto della cantante che era evidentemente gasatissima. Sono passate da un po’ le 22.30 quando vanno in scena i Rosae Crucis, da sempre una delle mie bands preferite in ambito epic metal, sin da quel meraviglioso “Worms of the Earth” con cui li ho scoperti 20 anni fa. Il gruppo romano è da tanti anni che non rilascia nulla (l’ultimo album “Massoneria” è del 2014) e mi ha sorpreso non poco la loro presenza nel bill del festival; nonostante ciò, i Rosae Crucis sanno ancora benissimo come si sta su un palco e come si deve suonare ottimo heavy metal! Si presentano vestiti da adepti del culto e sciorinano una prestazione maiuscola, nonostante grossi problemi con la strumentazione (il microfono, ad esempio, all’inizio non funziona e, nel corso del concerto, spesso calerà di volume). Spero vivamente che presto ci possano regalare un nuovo album, perché ho avuto conferma che anche dal vivo i Rosae Crucis sono una grande, grandissima band! La loro esibizione ha avuto la seguente scaletta:
1. The justice of Rome (da “Worms of the Earth”), 2. Guerra santa (da “Massoneria”), 3. Militia templi (sempre da “Massoneria”), 4. Fede potere vendetta (dall’album omonimo), 5. Venarium (anch’esso da “Fede poterre vendetta”), 6. Crociata (altro da “Fede poterre vendetta”).
L’esibizione avrebbe avuto altri due pezzi (“Rosa Croce” dall’album “Il re del mondo” e “Vermi della terra” dal demo del 1999), ma per il predetto ritardo sono stati tagliati. Sono quasi le 23 quando salgono sul palco i Secret Sphere; è la prima volta che rivedo la band piemontese da quando è tornato Roberto Messina ed ero curioso di sentirlo all’opera, soprattutto con pezzi del repertorio di Luppi; devo dire che Messina è sempre un grande vocalist e canta ancora divinamente come faceva 20 anni fa (il mio primo concerto dei Secret Sphere risale al 2001!). Aldo Lonobile con la sua chitarra sciorina sempre assoli di gran gusto, mentre Andrea Buratto al basso e Marco Lazzarini alla batteria reggono la parte ritmica alla grande; ho apprezzato anche le tastiere di Gabriele Ciaccia che sono spesso e volentieri ottime protagoniste. I Secret Sphere hanno esperienza da vendere e tengono il palco come quei grandi professionisti che sono da anni; tra effetti scenici e fuochi d’artificio, il gruppo piemontese ci ha regalato quasi un’ora di grande musica! E’ passata ormai la mezzanotte e con un’ora di ritardo arriva il momento degli Elvenking. Avevo incontrato Damna al concerto dei Megadeth ed anche qualche ora prima del concerto, chiacchierando amabilmente, ma vedendo quanto fosse carico per questa esibizione. Ed effettivamente lo show è stato di quelli memorabili, nonostante un molestatore fortemente ubriaco che ha pure provato a salire sul palco più volte, dando più di qualche grattacapo alla security. Mi meraviglio sempre di come ci possano essere soggetti del genere (era un uomo fra i 30 ed i 40 anni, non un ragazzetto inesperto!) che si devastano con alcolici o altro, tanto da non riuscirsi a reggere in piedi e finendo per disturbare un po’ tutti, senza nemmeno riuscirsi a godere l’evento. Alla fine hai pagato un biglietto per assistere ad un evento (tra l’altro il prezzo del biglietto era davvero molto basso!) ed è un peccato scoprire che c’è ancora gente del genere! Ma torniamo agli Elvenking. Naturalmente la scaletta è stata incentrata principalmente sul materiale dell’ultimo album (il meraviglioso “Reader of the runes – Rapture”), con canzoni fantastiche che dal vivo rendono in maniera eccezionale come “The hanging tree” (forse una delle migliori mai scritte dal gruppo friulano!) e “Bride of night”. Nel corso dell’esibizione, ho potuto constatare come gli Elvenking abbiano ormai raggiunto un livello qualitativo talmente alto che sarebbero in grado di reggere il confronto con chiunque in tutto il mondo metal e di esibirsi ottimamente anche su palcoscenici più prestigiosi di festival internazionali molto più importanti di questo. Damna ha dato spettacolo, prima presentandosi sul palco con un palco di corna degne di un cervo e poi muovendosi come un ossesso per tutto il palco. Aydan ed il nuovo entrato Hedmatt (tra l’altro, l’unico praticamente non truccato) con le chitarre hanno sciorinato assoli, sorretti alla grandissima al basso da Jakob (che ha anche curato i cori assieme ad Aydan), mentre Symohn alla batteria ha confermato ancora una volta di essere una macchina da guerra. Purtroppo, avendo moglie e figlia al seguito che crollavano letteralmente, non sono riuscito a finire di vedere l’esibizione degli Elvenking e poco dopo l’una ho dovuto lasciare a malincuore il castello di Gradara, soddisfatto comunque di aver assistito ad un altro grandissimo concerto. Due parole sull’affluenza: rispetto allo scorso anno ho notato qualche presenza in più, forse alla fine saremo stati un paio di centinaia, ma sempre troppo pochi per un evento del genere, con gruppi eccezionali che non hanno nulla da invidiare a nomi stranieri tanto più blasonati. In conclusione un ringraziamento è doveroso per Saverio Mollica della Cerberus Booking, sia per l’accredito, ma soprattutto per aver organizzato ancora una volta un evento di tale elevato livello qualitativo. Nella folla pare ci fosse anche il Sindaco di Gradara che sembra sia anche un appassionato metallaro, speriamo quindi che questo fantastico evento possa ancora ripetersi anche negli anni a venire! Noi di allaroundmetal.com ci saremo e voi?