Venerdì 3 maggio 2024, arriviamo alla Hall di Padova puntuali poco dopo l’apertura delle porte alle 19.45 circa; troviamo posto per parcheggiare con discreta facilità (la zona non dispone di tanti parcheggi ad agevole distanza purtroppo); non c’è coda per entrare nonostante il sold-out emi accingo a ritirare il mio accredito (un grazie enorme alla Bagana Edizioni Musicali e alla sua Elisa Galli!) e, dopo il forfait di mia moglie all’ultimo momento, il biglietto per il mio amico Claudio che si è offerto di accompagnarmi, curioso di vedere dal vivo i Trick or Treat ed i Nanowar of Steel. Mancano pochi minuti alle 21 e, con leggero anticipo rispetto all’orario previsto, entrano in scena i Trick or Treat che, come ormai consuetudine nell’ultimo biennio, iniziano il concerto con la splendida “Creepy symphony”. La band indossa il consueto costume di scena da scheletro ed il palco è allestito con due mega-fantasmi gonfiabili sui lati. L’acustica è ottima e la cosa mi sorprende alquanto, dato che non ero mai stato alla Hall che è sostanzialmente una specie di capannone con il palco in fondo al lato lungo ed il mixer dalla parte opposta (ottima la scelta di non piazzarlo in mezzo, come succede in altre locations!). Il locale è pieno zeppo di gente (credo saremo stati diverse centinaia, se non quasi un migliaio) ed i Trick or Treat riescono ad intrattenere il pubblico in maniera esemplare, come quei rodati professionisti che sono. Alessandro Conti è in formissima (nonostante un problema al microfono che si è spento su “Hungarian hangover”) e convince con acuti tenuti molto a lungo a dimostrazione della sua notevole capacità e perizia. I due chitarristi Guido Benedetti e Luca Venturelli sono, come sempre, splendidi protagonisti con assoli di gusto e tecnica sopraffina, mentre Leone Villani Conti porta il suo basso a velocità quasi innaturali dettando ritmi forsennati, assieme alla new entry alla batteria, quel Dario Capacci che non avevo mai visto prima, ma che ha confermato le ottime qualità che gli hanno consentito di essere “arruolato” nei Trick or Treat. La band intrattiene il pubblico in maniera esemplare, coinvolgendolo nella scelta della cover da suonare (“Ken il guerriero” ha vinto a mani basse!) e scatenando il putiferio su “Evil needs candy too”, quando lancia un lecca-lecca gigante gonfiabile che ha imperversato sulle teste di tutto il pubblico fino alla fine del concerto, girando in ogni direzione. Come sempre, il gruppo modenese ha fornito una prestazione eccezionale, assicurando uno spettacolo di livello fuori dal comune! La scaletta della serata è stata la seguente:
- Creepy symphony
- Hungarian hangover
- Aquarius: Diamond dust
- Ken il guerriero
- The great escape
- Evil needs candy too
- Queen of likes
- Crazy
E dopo ¾ d’ora esatti i Trick or Treat lasciano il palco tra gli applausi scroscianti; alcuni di loro, poi, si sono subito spostati al banco del merchandising per scambiare qualche parola con i fans e concedersi alle foto di rito (e naturalmente ne ho approfittato!). Un veloce cambio di palco ed alle 22 esatte arriva il turno dei Nanowar of Steel. Devo essere sincero, ho sempre sottovalutato il gruppo romano, più che altro perché il loro approccio scanzonato ed estremamente “cazzone” (scusate il francesismo) non mi aveva mai preso più di tanto e non mi aveva mai portato ad approfondire la conoscenza delle loro musiche. Ero quindi sorpreso nel vedere quanta gente, ogni tipologia di metallaro (c’era gente con magliette di Powerwolf, Metallica, Ensiferum ed altre scritte black/death indecifrabili, oltre alla mia dei Great Master) e di tutte le età, da ragazzini a vecchietti attempati come me, fosse presente e coinvolto, per non dire eccitato ed esaltato, dalle musiche dei Nanowar of Steel. Obiettivamente, oltre ad essere estremamente dissacranti e parodistici nei loro atteggiamenti, pur avendo costumi di scena semplicemente ridicoli (Mister Baffo con il tutù rosa era troppo da ridere!) e facendo discorsi deliranti e comici (naturalmente da non prendere sul serio), questo quintetto suona divinamente e sa tenere il palco come in pochi riescono a fare! Uinona Raider alla batteria è un terremoto, Mohammed Abdul alla chitarra e Gatto Panceri 666 al basso sanno suonare in maniera eccezionale ed i due cantanti Potowotominimak e Baffo, oltre ad essere ottimi performers, cantano come pochi! Oltretutto si vede che il gruppo è coeso, dato che da circa un ventennio vanno avanti tutti assieme, calcando palcoscenici ormai di livello internazionale. La risposta del pubblico è stata eccezionale, ma su alcune canzoni si è letteralmente scatenato il putiferio; mi riferisco alle famose “Disco metal” e soprattutto “Norwegian reggaeton”, in cui tutti saltavano e ballavano, oppure a “Il signore degli anelli dello stadio”, il cui coro “Bilbo baggins carabiniere” è stato gridato a squarciagola da tutti quanti (ad essere sinceri, è stato urlato a ripetizione un po’ in tutta la serata) e l’immancabile “Giorgio Mastrota (The keeper of inox steel)” con quel “Trota” strillato fino allo sfinimento; il top però per me è stato su “Wall of love”, quando letteralmente tutto il pubblico si è diviso in due parti per poi “scontrarsi” non nel classico pogo, ma in abbracci ed effusioni amorose di vario genere, finendo per farsi tutti sonore risate. Sono stato estremamente sorpreso e colpito dallo spettacolo offerto dai Nanowar of Steel che non pensavo fossero così coinvolgenti e professionisti di livello strepitoso. La scaletta dell’esibizione è stata la seguente:
- Barbie, MILF Princess of the twilight
- Gabonzo robot
- Bestie di seitan
- Il cacciatore della notte
- Wall of love
- La maledizione di Capitan Findus
- Disco metal
- …And then I noticed that she was a gargoyle
- Norwegian Reggaeton
- Afraid to shoot into the eyes of a stranger in a strange land
- Metal boomer battalion
- Scugnizzi of the land of fires
- Pasadena 1994
- Il signore degli anelli dello stadio
- Feudalesimo e libertà
Bis:
- Giorgio Mastrota (The keeper of inox steel)
- La polenta Taragnarock
- Valhalleluja
E’ quasi mezzanotte quando lasciamo la Hall di Padova stanchi, soddisfatti e consci di aver assistito ad un concerto di livello qualitativo fuori dal comune! Questa volta il locale era strapieno di gente, sarebbe bello se ogni volta fosse così…