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Folkstone @ After Life (PG)

Venerdì, 02 Novembre 2018 11:59

 

Il concerto all' After Life Club di Perugia è stato l' ultimo dei Folkstone nel Centro-Sud Italia; un evento “esclusivo”, come recitava il post su Facebook. Vorrei raccontarvi solo cose belle della serata, incuriosirvi e strappare un sorriso a chi mi leggerà, ma credo che, live impeccabile a parte, sia stato tutto una escalation di fatti tragici e grotteschi.

Dopo un viaggio della speranza di quasi 480 km tra autostrada e collina, mezza tratta in compagnia dell' Esercito, arriviamo con largo anticipo al locale; posto nascosto tra le fabbriche della zona industriale perugina, individuato solo grazie alla presenza di altri due spettatori. L' accoglienza non è delle migliori: pioggia battente e noi schierati a mo' di “plotone di esecuzione” attorno al muro, in cerca di riparo.
Finalmente, tra prevendite che non si trovavano ed il clima poco temperato che “remava contro”, riusciamo ad entrare, ma qui l'amara sorpresa: il divieto di avvicinarsi alla zona concerto. Locale piccolo, diviso in due sale: bar e live, quest'ultima transennata e, per chissà quale motivo o strategia di marketing a noi sconosciuta, irraggiungibile. Passiamo quasi due ore fermi, stanchi e senza che nessuno ci dia “mezza indicazione” di quando si sarebbe potuto ad accedere; divertente non trovate?


Alle 23.45 ci lasciano passare e, dopo quasi mezz'ora, comincia il tanto agognato concerto.
Con i Folkstone la scaletta è sempre una incognita, ricca di sorprese e mai scontata; riescono ad accontentare tutto il pubblico, da quello più “nostalgico”, fino ai nuovi “discepoli”. A Perugia essi scelgono di partire con una cinquina vincente, come a voler regalare forza ed energia ad un pubblico che, rispetto al Nord, li vede ben poche volte calcare i palchi locali.
Ad aprire le danze: "Nella Mia Fossa", pezzo fortemente evocativo e che trasuda voglia di emergere dallo squallore quotidiano; ne segue "Frerì", volontariamente o involontariamente, legato al precedente da un senso di riscatto sociale. Esso, attraverso la narrazione della condizione dei minatori, è capace di risvegliare, anche solo mediante le parole, la voglia di giustizia assopita in ognuno di noi.

I Folkstone, ormai veterani della scena, sanno bene quanto certi brani di repertorio siano ormai diventati dei classici, quasi “marchiati” ed imprescindibili da qualunque live.
Sebbene con Ossidiana si sia notato un cambio stilistico e musicale, da testi ben più strutturati, fino ad arrangiamenti qualitativamente migliori, sono ancora pezzi quali: "Nebbie" ed "Anime Dannate", a “tener banco” durante le serate. Lorenzo Marchesi anima i presenti riuscendo a creare caos e pogo anche in un locale così ristretto che, inspiegabilmente, non pullula di persone; leader carismatico e dalla “forza coinvolgente”, trascina tutti grazie alla sua frenesia.
Mentre l' After Life non smette di tremare, la serata vira sul repertorio più recente, in buon equilibrio con gli “intramontabili”. "Pelle Nera e Rum", scandita dalle rombanti pelli, ha quel sapore “vintage” (lo stesso video stile Far West lo dimostra ndr.), da divenire uno tra i pezzi più amati di Ossidiana merito, probabilmente, di quella miscela Blues e Rock che lo contraddistingue da i restanti. L' hype non viene smorzato neanche con Scacco al Re (piccola “chicca” non sempre proposta ai concerti ndr.) e "Mare Dentro"; se il primo vede l' intera formazione sprigionare quella forza necessaria a tener viva la serata, l' ultimo brano è quasi una ballad dai toni malinconici. La voce “rotta” di Lorenzo e il lungo assolo di chitarra di Luca Bonometti, imprimono pathòs e malinconia ad un lavoro così “insolito” per la band; una musicalità talmente intensa che lo spettatore verrà dolcemente cullato nei meandri della propria solitudine interiore.
Come affermato poc'anzi, la scelta della scaletta rivela un perfetto connubio tra pezzi “nostalgici” e quelli più “recenti”, con la voglia di accontentare tutti gli spiriti presenti e, probabilmente, cercando di far maggiormente apprezzare e comprendere la loro ultima fatica.
A metà serata viene proposta "Anomalus", perfetto interludio musicale tratto da Il Confine, in cui è possibile ammirare i Folkstone delle origini: puro Medieval Rock acustico, fatto solo di pelli e cornamuse a festa. Visto come “brano ponte”, trascina tutti in frenetiche danze, offrendo un “momento di respiro” prima del “gran finale”.
La seconda parte dello show, infatti, ha l' impronta più di “Ossidiana”, figlia di ricercatezza ed evoluzione; balliamo con la figura mistica di "Anna", ci lasciamo guidare fino in Oriente ("Asia" ndr.), finché i Folkstone non accendono la "Scintilla" in ognuno di noi. Credo questo sia stato il momento più “alto” dell'intero concerto dove, nonostante manchi Locatelli con la sua cornamusa, la band riesce ad intrattenere e “portare a casa” un live di tutto rispetto. Cambi rapidi di strumentazione, la stessa disposizione sul palco ed accenni “pseudo” coreografici, denotano la maturazione e virata verso uno spettacolo più costruito e perfezionato sotto vari aspetti.





L' apice (come ormai avrete letto ovunque ndr.), si raggiunge con Roberta Rota, la quale mostra, non solo il proprio affinamento vocale in "Dritto al Petto", ma anche abilità polistrumentali attraverso lo studio dell' arpa. Il brano sopra citato ci viene sempre introdotto da una breve spiegazione: la protagonista è Nellie Bly (pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran ndr.); prima giornalista di assalto, portavoce di battaglie dal forte impatto sociale, le cui azioni permisero importanti cambiamenti nelle condizioni di vita dei più deboli. Una composizione dai forti valori, resa magistralmente da Roberta, mediante una intensa vena canora e personale, capace di coinvolgerci nella sua “battaglia”,

Ne seguono i duetti con Lorenzo in "Mercanti Anonimi" ed "Un' Altra Volta Ancora", immancabili con la loro carica esplosiva! Sono canzoni che rappresentano bene quella che è la figura e l' anima dei Folkstone: musici non convenzionali, indomiti e soggiogati (se proprio!) solo dall' inebriante alcool.
Il bis a conclusione è composto dalle “vecchie glorie” tratte dagli album precedenti come "Nell' Alto Cadrò", "Simone Pianetti" ed "Omnia Fert Aetas"; menzione speciale per "Prua Contro il Nulla", splendida metafora dei Nostri che, nonostante le critiche, non mollano mai. Il finale è lasciato a Con Passo Pesante, inno alla libertà tipicamente “folkstoniano” e perfetta conclusione di serata.

Pur avendo partecipato ad oltre trenta concerti dei Folkstone, la grinta e vitalità trasmessa. non mi stancano mai; per loro triste malgrado, risulto essere una presenza costante.
Il vero “punto di forza” della band, probabilmente, è il legame sinergico ed emotivo instauratosi con il pubblico, che li supporta e segue in ogni loro scelta.
La data all' After Life di Perugia, rispetto alla precedente bresciana (in cui si registrò il dvd ndr.), si auspicava come evento dalla massiccia presenza, in quanto le ultime date al Sud, risalgono ad Agosto e Settembre; purtroppo non è stato propriamente così. L'accoglienza, nonostante ciò, è risultata accorata, partecipativa e con una risposta positiva agli sforzi di intrattenimento di chi era sul palco. Lo spettacolo, ineccepibile come sempre, denota come questo lungo tour che ha portato la band in giro per l' Italia per quasi un anno, li abbia migliorati anche a livello “visivo”. Essi sono nati come un gruppo scanzonato, in un clima di “osteria” ed a tratti “sgangherato”, mentre ora assistiamo a spettacoli certamente divertenti, ma più curati e meno “lasciati al caso”. L' esperienza li ha portati in spazi enormi (Live Club Trezzo sull' Adda, per esempio) ed in club minori (come questo a Perugia), in sagre o festa della birra, non vedendoli mai peccare di superbia ed imprimendo sempre la stessa forza ovunque si trovassero.
La carovana dei Folkstone porta avanti un progetto inarrestabile, sempre in divenire, portavoce di profondi messaggi sociali in ogni disco; è attraverso i loro testi e concerti che riusciamo ad esprimere quel senso di oppressione ed ingiustizia che siamo costretti a vivere quotidianamente.. E siamo sicuri che ciò non cambierà mai!
I live shows di Bergamo e Monaco saranno le tappe finali di questo lungo viaggio percorso accanto a loro, in quanto, come annunciato sulla pagina ufficiale del gruppo, si prenderanno un lungo periodo di silenzio per concentrasi sul futuro materiale.
Per concludere, possiamo affermare che la data di Perugia, sebbene l' iniziale torpore del pubblico lasciasse presagire ben altro scenario, è stata un vero successo a livello di interazione ed energia sprigionata. Abbiamo visto persone coinvolte, sudate e decisamente soddisfatte di tutto lo show.
I Folkstone, come sempre, sono stati una garanzia!











Unica nota negativa ed a margine dell'intero evento è stata la mancanza di sicurezza. Nel locale e durante lo show abbiamo assistito ad episodi spiacevoli che potevano essere gestiti e, probabilmente, evitati con una giusta sorveglianza.
A riprova di ciò, finito il concerto, sei macchine (tra cui la nostra ndr.), hanno subito danni ai finestrini con relativi furti; poteva essere una piacevole serata, se si fosse conclusa nei migliori dei modi.

 

Pubblicato in Live Report

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