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Sono passati esattamente dieci anni dal primo disco dei SOEN, quel piccolo gioiellino incompreso a nome Cognitive, ed altrettanti dieci anni da quando il sottoscritto li vide per la prima volta in un Alcatraz milanese semi deserto (un pubblico davvero misero, per di più fronte palco piccolo) di supporto ai Paradise Lost. All’epoca il bassista Steve Di Giorgio era già uscito dalla band ma il quintetto che si presentò sul palco non si fece abbattere ed offrì uno show raffinato e di classe nonostante gli oggettivi richiami ai Tool e Opeth (a parere personale non erano così preponderanti) dimostrando un potenziale che sarebbe poi esploso in futuro.

Si ritorna quindi sul luogo del delitto ma stavolta in quel di San Donà di Piave (Venezia) al Revolver Club in occasione del nuovo tour di supporto al “recente” disco Imperial in compagnia di due opening act ovvero Ocean Hoarse dalla Finlandia e i Lizzard dalla Francia.

Si arriva di buon ora davanti al locale. Ancora pochi gli spettatori ma aumenteranno considerevolmente nel corso della serata, segno che il combo svedese è sempre più amato e supportato. Tempo di mangiare un boccone che iniziano i primi ospiti.

Gli Ocean Hoarse da Helsinki salgono sul palco del Revoler Club presentandosi però un po’ come dei pesci fuor d’acqua in quanto il loro heavy metal robusto ed arrogante è decisamente lontano dal mood della serata ma il quartetto non si fa intimidire e spara sui presenti un sound che ricorda i Judas Priest del periodo più ruvido (Jugulator), il thrash metal ottantiano degli Exodus ed anche una certa impronta melodico/alternativa. Il vocalist Joonas Kosonen aizza subito i presenti con pose continue da metalhead e tonalità vocali al vetriolo. La band è tecnicamente preparata soprattutto nella sezione ritmica dove basso e batteria offrono spunti funambolici decisamente intriganti. L’impatto è sicuramente roccioso e devastante però i brani del debutto Dead Reckoning non si lasciano ricordare offrendo solo tanta potenza metal ma senza un riff, una melodia o un ritornello che riescano a rimanere impressi nell’ascoltatore. I pochi spettatori presenti paiono comunque gradire ma onestamente non c’è molto da dire sugli Ocean Hoarse, band purtroppo povera di idee e quelle poche buone paiono vecchie nonostante la veste moderna.

Tempo di un veloce cambio palco per accogliere il trio chiamato Lizzard che si rivelerà essere la rivelazione della serata (per quasi tutto il pubblico presente). Chi scrive già li conosceva e ritiene l’ultimo disco Eroded una delle perle del 2021 e non nega di essere stato presente unicamente per loro. I tre francesi hanno alle spalle diversi dischi di valore ed anche il sound oltre ad essere di qualità ha la sua particolarità. Inquadrare il genere non è semplice. L’art rock venato di prog, di metal e di alternative anni ‘90 è solo una parte della complessità sonora sprigionata dai Lizzard. Il lavoro di chitarra di Mathieu Ricou è delizia per le orecchie per dettagli e potenza sciorinando riffs e melodie assolutamente imprevedibili dimostrandosi come un piccolo genio artistico. La sezione ritmica ad opera del bassista William Knox e della minuta batterista Katy Elwell è puro estro e raffinatezza. Quest’ultima pesta davvero come un’indiavolata ma senza mai dimenticare il groove e l’eleganza incitando i presenti e ricevendo parecchi consensi dal numeroso pubblico che non smette mai di applaudire e discutere della band appena scoperta (molti andranno al loro merchandise durante la serata). Lo show scorre intenso, delizioso e pesca dai diversi dischi della band vincendo la serata a mani basse con buona pace degli estimatori degli headliner che sarebbero arrivati poco dopo.

L’attesa per i SOEN si fa sempre più febbrile fra il folto pubblico desideroso di vedere all’opera i propri beniamini che si presentano fieri e desiderosi di offrire uno show degno di nota fondato però su delle scelte prevedibili ma discutibili. La band, nonostante diversi cambi di formazione (i soli fissi sono il singer Joel Ekelöf ed il batterista ex-Opeth Martín López) è compatta, precisa e con un livello tecnico sempre più alto ed indiscutibile. Andando al nocciolo della questione bisogna analizzare sound e setlist. Quest’ultima è quasi totalmente devota agli ultimi due dischi in studio, gli acclamati Lotus (“Lunacy”, “Martyrs”, “Covenant”...) ed Imperial (“Monarch”, Deceiver”, “Lumerian”, “Modesty”…) proponendo solo un paio di brani dalla vecchia discografia ossia “Savia” da Cognitive e “Jinn” da Lykaia. Lo show ha quindi un’impronta prog metal decisamente marcata mantenendo allo stesso tempo le parti atmosferiche che risultano sicuramente più incisive. Viene a mancare però quella verve particolare nata fra il bellissimo Tellurian a l’incompreso apice Lykaia decidendo di porre l’accento su di un sound potente ed immediato, più di facile assimilazione. Sia chiaro, Lotus rimane un ottimo disco, oggettivamente forse il migliore dei SOEN, mentre il successivo Imperial è la sua naturale prosecuzione e dal vivo risalta ancora meglio nonostante dei suoni non così buoni come ci si sarebbe aspettati. Lo show è stato ottimo, con una band ben integrata che sa intrattenere al meglio specialmente grazie ad una sezione ritmica precisa e fantasiosa ed un Joel alla voce addirittura maturato ulteriormente oltre che una scaletta lunga con ben tre bis. In definitiva è stato uno show con luci ed ombre ma che non ha deluso la maggior parte del pubblico e questo è ciò che conta. Resta però l'amaro in bocca per aver considerato pochissimo i vecchi lavori.

Dopo aver salutato i Lizzard ci si è dovuti affrettare per rientrare, data l’ora tarda, con degli ottimi ricordi della serata.

Pubblicato in Live Report

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