I Mind’s Doors sono un gruppo spagnolo formatosi nel 2005, che pubblica il suo terzo album, intitolato “The Edge of the World”. Si tratta del classico concept, con una storia che viene sviluppata nell’arco di otto tracce. Purtroppo, senza alcuna indicazione e senza un plot di riferimento, diventa difficile in questi casi ricostruire con esattezza la trama, e questo è un aspetto a nostro avviso penalizzante per poter apprezzare nella sua interezza il lavoro. Per quanto concerne l’aspetto prettamente musicale, la band spagnola suona un metal prog alquanto classico, caratterizzato da lunghe suite, con continui e frequenti cambi tematici e ampie divagazioni strumentali, nelle quali i musicisti hanno modo di mettere in evidenza tutta la loro perizia tecnica, unita ad una buona fantasia compositiva ed esecutiva, che li porta a spaziare tra diverse soluzioni interessanti e per nulla scontate; va pure detto, tuttavia, obiettivamente, che si riscontra pure qualche traccia che tutto sommato aggiunge poco e sembra suonare come un mero esercizio di stile, come la breve “Endless Nights”. A livello stilistico, si evidenzia, invece, il fatto che la band pur privilegiando sonorità metal, lascia intravedere ogni tanto anche influenze settantiane, come ad esempio risulta particolarmente evidente in “The Light”. Ogni traccia che compone “The Edge of the World” (peraltro, salvo qualche eccezione, tutte mediamente piuttosto lunghe), rappresenta dunque un autentico viaggio sonoro in un succedersi continuo di note e di emozioni. Diciamo che la band in fondo non innova o inventa granchè rispetto a quelli che possiamo considerare i canoni del genere, però i risultati sono apprezzabili e, in effetti, a nostro avviso, fanno bene i Mind’s Doors, piuttosto che andare alla ricerca spasmodica della novità a tutti i costi, a concentrarsi fondamentalmente sulla realizzazione di un buon disco di prog metal. Album dunque godibilissimo, senz’altro consigliato agli amanti del genere.