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This Gift Is A Curse, un album che potrebbe far tanto ma che invece.. This Gift Is A Curse, un album che potrebbe far tanto ma che invece.. Hot

This Gift Is A Curse, un album che potrebbe far tanto ma che invece..

recensioni

titolo
A Throne Of Ash
etichetta
Season Of Mist
Anno

Tracklist:

1. Hæma 

3. Thresholds 

4. Gate Dweller 

5. Monuments for Dead Gods

6. Wolvking 

7. I am Katharsis 

8. In Your Black Halo (Mass 317) 

9. Wormwood Star 

opinioni autore

 
This Gift Is A Curse, un album che potrebbe far tanto ma che invece.. 2019-09-01 15:34:19 Rob M
voto 
 
4.0
Opinione inserita da Rob M    01 Settembre, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

This Gift Is A Curse, non un nome nuovo ma forse uno che é passato in un certo qual modo inosservato, specialmente in Italia, considerato che il filone sludge/blackmetal/hardcore non ha senza ombra di dubbio lasciato marchi indelebili a livello nazionale.
Un concentrato velenoso che ha visto ampia diffusione in nord Europa, negli Stati Uniti, ma che in Italia ha lasciato poco spazio all'immaginazione, tra band che continuano a farsi la guerra sulle etichette "poco black", "troppo black", "troppo hardcore", "poco doom", e labels che, ogni volta un gruppo "nuovo" viene stampato e la proposta risulta essere appena fuori dal coro, vengono abbandonate da un pubblico che dice di voler ascoltare qualcosa di nuovo ma é invece incapace di farlo.
In questo panorama, questa band svedese, ha giá elargito diversi lavori negli ultimi dieci anni ed é riuscita a entrare in casa Season Of Mist un po' di tempo fa, in un momento in cui proprio il genere qui proposto iniziava ad "andare per la maggiore".
Mentre in Danimarca gli Église e gli LLNN marcavan l'inizio di una "nuova" epoca per il genere, in Svezia i nostri e gruppi come i Walk Through Fire, marcavan il territorio.
"A Throne Of Ash", questo nuovo capitolo dei This Gift Is A Curse, si parcheggia in parte dove i Love Sex Machine han seminato con il loro ultimo "Asexual Anger" del 2016 ma riprendendo anche la dove proprio gli Église han trionfato con il loro omonimo disco d'esordio nel 2016.
Da questo punto di vista, This Gift Is A Curse, risulta un gruppo con una proposta superata, che comunque non offre niente di nuovo rispetto a gruppi ben piú conosciuti e che son giá riusciti, senza timore, a definire un genere "nuovo" per quanto vecchio di quasi quindici anni.
"A Throne Of Ash" é un album che, se non fosse per l'appoggio di SOM, potrebbe rimanere benissimo nel dimenticatoio nel giro di pochi mesi, nonostante il valore indiscusso che un'opera come questa potrebbe avere e dovrebbe meritare.
Brani come "Gate Dweller" si fan portavoce di uno stile, come giá detto, vecchio e senza innovazioni eppure descrivono a gran voce un manifesto - quello blackened hardcore - che quí mostra di avere ancora sangue nelle vene e veleno da sputare.
I nostri si fan avanti come uno schiacciasassi, con blastbeat che a piú riprese scandiscono una sessione ritmica in cui riffing taglienti e voce acida dipingono paesaggi apocalittici.
Ci voglion diversi ascolti per assaporare fino in fondo un'opera che vive di tenebra e luce nei suoi momenti di pazzia e che potrebbe, senza timore, portarsi avanti come uno dei dischi fondamentali del genere per questo 2019.
L'LP in questione viaggia tra alti e bassi. Il corpo centrale risulta essere il fulcro di un lavoro vincente, con momenti che si spostan vicini a quel sentore da fine del mondo che gli LLNN han creato, grazie all'utilizzo di synth ben amalgamati nel contesto generale e soluzioni piú vicine al post.
Il resto, vive all'ombra di proposte che han marcato questa nicchia a cavallo tra generi e se da un lato un disco come questo potrebbe far la differenza e far gridare al miracolo (pensando a chi sta scoprendo questo "genere" ora), invece risulta essere un disco nella media per chi ha un po' piú di esperienza.
Ora, parlando dei punti a favore, i nostri offrono nove brani che fondamentalmente son in grado di spazzare via anche gli ascoltatori di metal estremo piú incalliti, grazie a una dose di ben controllata violenza. Un po' per la produzione, moderna e affilata, un po' per lo stile, non necessariamente black metal, i nostri riescon a spingersi possenti nel marasma estremo.
Eppure, questo loro avanzare a spada tratta, li rende parzialmente impotenti quando, a conti fatti, i nostri stanno semplicemente ricalcando le orme di chi prima di loro ha giá realizzato dischi simili.
Questo é il "down side" di un lavoro che potrebbe fare tanto ma non riesce ad osare la dove certi capitoli han bisogno di ascolti consecutivi per esser assorbiti e molto spesso proprio quella violenza che fa da cavallo di battaglia per la proposta risulta essere fine a se stessa.
Sotto questo punto di vista, la conclusiva "Wormwood Star" é forse il capitolo piú sperimentale e quello che sopra tutti lascia l'amaro in bocca. Se i This Gift Is A Curse avessero mischiato maggiormente le carte in gioco per avvicinarsi a brani come questo, ultimo splendido esempio di modernitá e la sopracitata "Gate Dweller", questo disco sarebbe stato un lavoro imperdibile.
Invece, loro malgrado, i nostri han giocato sicuro ed han lasciato la sperimentazione fuori dall'equazione per l'80% dell'album, riuscendo solo in parte a raggiungere un risultato soddisfacente per chi li ascolta e per chi, dopo anni, cerca un nuovo modo di interpretare un filone che ha tantissimo da offrire ma che spesso e volentieri si limita al giá sentito, inerpicandosi su sentieri ormai battuti dalle masse.
Buona prova a suo modo, ma si sarebbe potuto fare tanto di piú, sprigionando un po' di personalitá che invece viene limitata a pochi eppur incredibili attimi.

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