I Landscape of Zeroes avevano pubblicato il loro album d'esordio, "Kind of Black", nel 2017, al quale segue, nel Dicembre del 2018, questo live registrato al Legend Club di Milano. La base della setlist è costituita dalle cinque tracce dello stesso album, che vengono eseguite per intero. L'avvio del disco è curiosamente rappresentato da una lunga presentazione della band, mentre si entra nel vivo della performance con "The Oval Portrait", che è anche il brano di apertura del loro full-length. Un breve intermezzo rappresentato da un assolo di basso, il cui tema è ispirato a musiche di J.S.Bach, introduce la successiva "Climax", una traccia che dà un primo assaggio della straordinaria bravura della band nel mescolare generi diversi, spaziando tra prog rock, black metal e jazz/fusion. Segue una versione di "Orion" dei Metallica e quindi l'atmosferica "The Red In Which We Are", che viene anticipata rispetto alla tracklist di "Kind Of Black". A questo punto, la band propone una sezione strumentale, composta da un tema ispirato a G. Mahler, seguito da una traccia intitolata "Snow Motion" e da un assolo di batteria. Si torna alle canzoni estratte dall'album con "1000 Compasses", ma c'è ancora spazio per tributare le proprie influenze con la sorprendente "Blue In Green", ispirata a Miles Davis. L'omonima "Landscape of Zeroes" rappresenta un ulteriore episodio di geniale follia, prima della splendida suite conclusiva, "Totemic Beast". Diciamo che il concerto è senz'altro intrigante ed interessante, però ci sembra che la setlist risulti un po' frammentaria con tutti questi inserti più o meno brevi tra un brano e l'altro. Magari, a nostro avviso, poteva essere preferibile suonare tutto l'album e poi prevedere uno spazio per cover o altro; d'altro canto, si potrebbe pure facilmente obiettare che realizzare un disco dal vivo con un solo full-length all'attivo potrebbe risultare persino prematuro. Ad ogni modo, il concerto ci offre comunque una fotografia della bravura del gruppo e delle qualità di questi musicisti in sede live e, tutto sommato, questo è quello che conta maggiormente, per cui vale la pena senz'altro di ascoltarli all'opera.