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Subterraen: un cambio di stile totale decisamente buono, ma c'è ancora da lavorarci su Subterraen: un cambio di stile totale decisamente buono, ma c'è ancora da lavorarci su Hot

Subterraen: un cambio di stile totale decisamente buono, ma c'è ancora da lavorarci su

recensioni

titolo
In the Aftermath of Blight
etichetta
Frozen Records
Anno

PROVENIENZA: Francia 

GENERE: Atmospheric Sludge/Post-Metal 

FFO: Neurosis, Yob, Amenra, Isis, Cult of Luna, The Ocean Collective 

LINE UP: 
HLVT - voce, chitarre 
KKP - chitarre 
BMR - basso, synth, voce 
MLV - batteria 

TRACKLIST: 
1. Paving the Way to Oblivion [09:40] 
2. Poisoned Waters [09:33] =TRACK STREAM= 
3. 10:27 [07:50] 
4. In the Aftermath of Blight [10:12] 

Running time: 37:13 

opinioni autore

 
Subterraen: un cambio di stile totale decisamente buono, ma c'è ancora da lavorarci su 2024-04-18 16:19:20 Daniele Ogre
voto 
 
3.5
Opinione inserita da Daniele Ogre    18 Aprile, 2024
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Tra il finire del 2020 e gli inizi del 2021, facemmo la conoscenza con i francesi Subterraen: la band di nantes pubblicò allora per Transcending Obscurity Records "Rotten Human Kingdom", uno dei dischi più apocalittici, mortiferi e negativi che il sottoscritto abbia mai ascoltato in oltre trent'anni di onorata militanza metallica. Passati quattro anni e com una line up rinnovata con nuovi bassista e batterista, i Nostri tornano con il loro secondo full-length "In the Aftermath of Blight", rilasciato nei giorni scorsi da Frozen Records. E ad essere cambiata non è solo la formazione dei Subterraen: per stessa ammissione della band, questa loro nuova fatica è stata composta con il preciso intento di essere totalmente diversa rispetto il predecessore; ed ecco dunque i Nostri spostare il loro target verso un Atmospheric Sludge/Post-Metal sicuramente più arioso rispetto al debut album, ma pregno anche di quelle sibilline arie luciferine che possono facilmente ricordare soprattutto Neurosis ed Amenra, con quella 'punta' più doomy degli Yob. Chi - come il sottoscritto - ha ascoltato e amato il debut album dei Nostri, con quelle atmosfere di pura negatività à la Jupiterian, sulle prime si troverà quasi sicuramente spiazzato da quello che il quartetto transalpino suona in questo secondo album; ma una volta entrati nel giusto mood e compresa la decisione dei Nostri di questo netto cambio stilistico, si comincerà ad apprezzare anche quest'opera, per quanto "In the Aftermath of Blight" possa - e debba - essere visto come un disco di passaggio, un lavoro con cui i Subterraen rodano il motore lungo questo nuovo sentiero. C'è infatti qualcosa da affinare per poter rendere la propria proposta più personale, ma non possiamo negare che le quattro lunghe tracce che compongono l'album sono composte e suonate decisamente bene, colpendo nel segno soprattutto con la buonissima doppietta iniziale "Paving the Way to Oblivion" - con i suoi rimandi agli Amenra - e "Poisoned Waters" - che ci ha ricordato un mix tra The Ocean Collective e, di nuovo, Amenra/Neurosis -. I Subterraen si dovranno insomma rimboccare le maniche se hanno scelto di intraprendere questo percorso, ma "In the Aftermath of Blight" è sicuramente un punto di partenza più che degno.

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