TRACKLIST:
1. Evil Eye
2. Ritual
3. Summoner
4. Maule
5. Red Sonya
6. Sword Woman
7. Father Time
8. March of the Dead
9. We Ride
RECORDING LINE-UP:
Jakob Weel – Vocals, Guitars
Daniel Gottardo - guitars
Johnny Maule - Bass
Eddie Riumin - Drums
TRACKLIST:
1. Evil Eye
2. Ritual
3. Summoner
4. Maule
5. Red Sonya
6. Sword Woman
7. Father Time
8. March of the Dead
9. We Ride
RECORDING LINE-UP:
Jakob Weel – Vocals, Guitars
Daniel Gottardo - guitars
Johnny Maule - Bass
Eddie Riumin - Drums
E’ difficile pensare al Canada come una terra fertile per ciò che concerne l’Heavy Metal eppure, da qualche anno a questa parte, si sono moltiplicate band ed etichette che hanno voglia di pubblicare dischi ed esportarli al di fuori dei patri confini. I Maule, nati a Vancouver nel 2017, raccolgono il vessillo della N.W.O.B.H.M. e nel loro esordio sulla lunga distanza dal titolo omonimo, piazzano nove pezzi con l’intenzione di far rivivere quel periodo così importante per la storia del metallo. Quando ascoltate i primi due dischi degli Iron Maiden soffrite di nostalgia e vi chiedete perché nessuno, o quasi, suoni in quel modo oggigiorno? Almeno quattro pezzi del disco su nove presenti fugheranno questo senso di tristezza. Il bassista Johnny Maule, il batterista Eddie Riumin e le twin guitars appannaggio di Jacob Weel (chitarra ritmica e cantante) e Daniel Gottardo (chitarra solista: oggi sostituito da Justin Walker) infatti, hanno imparato, bene, la lezione di Steve Harris & co. Non aspettatevi da Weel la voce di Paul DìAnno: la sua è più “acida” e raspante di quella del vecchio leone malandato. Ascoltate “Evil Eye”, “Ritual” e “Summoner”: arriverete alla mia stessa conclusione, ovvero che la tonalità è più adatta al genere Speed/Thrash. Attenzione perché la band è in grado anche di premere il pedale sull’acceleratore come avviene nel brano - manifesto “Maule”. I testi del gruppo sono incentrati su storie di vita e di morte ma ci sono anche delle digressioni letterarie supportate da un cambio di ritmo sonoro improntato allo Speed Metal. E’ il caso di “Red Sonja”: canzone musicalmente ben strutturata dedicata all’eroina creata da Robert E. Howard e portata nel mondo dei fumetti dallo scrittore Roy Thomas e dall’artista Barry Windsor Smith (disegnatore Marvel, di Conan e della serie “Rune”). Se in “Sword Woman” sembra di ascoltare per lunghi tratti gli Iron Maiden a 45 giri, in “Father Time” il ritmo subisce un drastico rallentamento andando a toccare temi epici e oscuri. In “March Of The Dead”: brano dalla cadenza media ammantato di nuovo da toni epici, le chitarre svolgono un ruolo fondamentale e “lavorano” incessantemente. La conclusiva “We Ride”, grazie ai suoi numerosi cambi, lascia nell’ascoltatore una buona impressione e fa ben sperare per un futuro secondo lavoro dei Maule. Se riuscite a bypassare lo scoglio di una voce arcigna che imperversa in tutti i brani e non cercate la novità a tutti i costi, vi consiglio l’ascolto di questo disco; potrebbe rappresentare un piacevole balzo all’indietro nel tempo.