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I Dawn Ahead convincono ancora meno che in passato I Dawn Ahead convincono ancora meno che in passato Hot

I Dawn Ahead convincono ancora meno che in passato

recensioni

titolo
“Fallen anthems”,
etichetta
Art Gates Records
Anno

TRACKLIST:
1. Death roll
2. State of mind
3. Suffer
4. Anthem of the fallen
5. I command
6. Among the blid
7. Shot at dawn
8. All I have to do
9. Pride
10. Summon the black
11. Excess

LINE UP:
Christian 'Chrischaan' Wilsberg – Vocals
Thomas Wolf – Guitars
Marcel Martin – Guitars
Patrick Samarzija – Bass
Jan Bechtloff - Drums

opinioni autore

 
I Dawn Ahead convincono ancora meno che in passato 2021-04-17 12:58:21 Ninni Cangiano
voto 
 
2.0
Opinione inserita da Ninni Cangiano    17 Aprile, 2021
Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 2021
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Avevo conosciuto i tedeschi Dawn Ahead a fine 2018 in occasione del loro EP “A trip of violence”; li ritrovo oggi con il loro primo full-length, intitolato “Fallen anthems”, edito da Art Gates Records, composto da dieci tracce cui si aggiunge la solita inutilissima intro, per un totale di quasi un’ora. Già in occasione del precedente EP avevo avuto modo di constatare come il problema principale dei Dawn Ahead fosse individuabile nel singer Christian 'Chrischaan' Wilsberg, dotato di clean vocals poco incisive e di un growling semplicemente assurdo ed esagerato, adatto al brutal death, ma completamente fuori contesto per il thrash proposto dalla band. Il problema permane e forse è anche peggiorato (basti ascoltare la violentissima “I command”, brano che potrebbe anche essere piacevole, ma che viene rovinato dal gutturale growling del singer, o l’esagerata “All I have to do”, che vorrebbe ricordare vanamente i Kreator più duri). Non mi ha convinto, inoltre, da parte del vocalist il voler imitare lo stile rap in alcuni passaggi (come in “Pride”), anche in questo caso decisamente fuori contesto e finanche fastidioso. Dispiace parecchio dirlo, perché il thrash dei tedeschi, ispirato alla scena americana (una sorta di mix tra la Bay-Area e l’approccio newyorkese), non dispiacerebbe a livello prettamente strumentale. Certo, un’ora per dieci pezzi thrash è tantina ed a livello di songwriting andrebbero riviste alcune cose al fine di rendere più diretta e fruibile la proposta musicale; robuste sforbiciate qua e là si rendono necessarie, specie in pezzi dalla lunga durata come “Shot at dawn” (la più vicina alla scuola newyorkese) o “Anthem of the fallen”, fino ad arrivare alla lunghissima “Summon the black” (oltre 9 minuti che diventano interessanti dopo un po’ a causa di un inizio prolisso e che hanno sostanzialmente detto tutto già a metà pezzo). Rispetto al passato c’è comunque da segnalare un certo indurimento del sound, che potrebbe anche evidenziare una futura svolta verso il melodic death, che potrebbe anche avere un senso visto lo smodato uso del growling da parte del vocalist. Ci sono insomma parecchie cose da rivedere per il futuro, dettagli che rendono questo “Fallen anthems” poco interessante ed anche difficile da ascoltare tutto d’un fiato; i Dawn Ahead dovranno fare delle scelte (indubbiamente non semplici), prendere una strada e percorrerla fino in fondo, evitando di voler essere contemporaneamente troppe cose assieme, rischiando di non essere validi in nessuna di esse. Buona fortuna!

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